An Untamed State

Ma essere guerriera implica uno sforzo personale ed interiore incredibilmente grande e lungo che richiede la vicinanza e l’amore di una comunità che crede alle vittime, che non lascia questi crimini impuniti e che sposta la vergogna dal lato giusto, ovvero, dal lato dall’aggressore.

Ho appena finito di leggere uno dei libri più difficili che abbia mai letto, e uno di quelli che rimarrà nella mia memoria dei libri speciali. Ho deciso di leggere questo libro dopo che Roxane Gay, scrittrice femminista e critica culturale americana, in uno dei suoi testi di opinione (vedere ad esempio l’introduzione di “Not that bad: Dispatches from Rape Culture”, 2019), rifletteva sul fatto che la violenza sessuale non è raccontata in maniera adeguata nella cultura popolare. Sì, ci sono libri e film che parlano di questo tema, tuttavia senza riuscire a trasmettere il significato di questa esperienza nella vita di una donna o, peggio, trasmettendo un messaggio sbagliato e superficiale.

Probabilmente non è facile comprendere davvero cosa significa essere vittima di violenza sessuale, ma di sicuro ne vale la pena provare a scrivere sul tema in modo da far capire cosa significa la cultura dello strupro (1)  e la violenza sessuale che da essa deriva.

“An Untamed State” (2), della scrittrice Roxane Gay, racconta la storia di Mireille Jameson, una donna americana di origine haitiana che tornando a Port-au-Prince per una vacanza in famiglia viene rapita e tenuta prigioniera per tredici giorni fino in quando suo padre non si decide a pagare il riscatto richiesto dai suoi rapitori. La storia di Miri (Mireille) è molto di più di una successione di vicende che tengono la lettrice aggrappata al libro, è soprattutto una storia che racconta la devastazione emotiva e fisica di una donna vittima di stupro.

La mia esperienza di questo libro è di una lettura compulsiva, ho divorato pagina dopo pagina nell’intuito di finire, di arrivare alla fine di quei tredici giorni e liberare Miri, toglierla dalla gabbia in cui viveva violentata nelle forme più terribili. Rapidamente me ne sono accorta che era un’idea naive che non corrisponde alla realtà perché appena è stata fisicamente liberata è iniziato il percorso tortuoso ed estremamente difficile per trovare la strada verso se stessa.

Anche a quel punto ho letto con voracità, nella speranza di trovare una chiusura soddisfacente, un lieto fine che sapevo essere impossibile. E intanto leggevo per aiutare Miri a trovare la strada verso se stessa, la se stessa di prima, a liberarsi dai ricordi, dalle ferite, dalle cicatrici, per aiutarla a vivere di nuovo e a sentirsi al sicuro. Volevo liberare lei per liberare me stessa, un po’ come facciamo tutt3 quando confrontat3 con storie di violenza sessuale, perché è troppo duro… 

Ma non sarà questo desiderio una forma di leggerezza, una delle molteplici forme di legitimazione e annullamento che rendono la violenza sessuale così invisibile nella società?

Roxane Gay racconta con maestria una storia difficile guidando il lettore nell’esperienza traumatica e terribile della violazione, per comprendere meglio le possibili conseguenze e la difficoltà nel superarla. In quel senso l’autrice ritratta un percorso di riscatto arduo e apparentemente impossibile... 

Miri è ma non è la donna forte che ce la fa per via della volontà e della forza interiore. Miri è diventata un animale ferito, sopravvissuto a costa dell’annullamento del sé, e che nei mesi a seguire è persa, spaventata e incapace di relazionarsi con gli altri. Miri è una vittima e una sopravvissuta, la guerriera di cui parla Audre Lorde (The transformation of silence into language and action, in “Sister Outsider”, 1984).

Ma essere guerriera implica uno sforzo personale ed interiore incredibilmente grande e lungo che richiede la vicinanza e l’amore di una comunità che crede alle vittime, che non lascia questi crimini impuniti e che sposta la vergogna dal lato giusto, ovvero, dal lato dall’aggressore.

Mi chiedo se saremo in grado…

(1) La cultura dello stupro è definita come un complesso di credenze che incoraggia la violenza sessuale maschile e sostiene la violenza contro le donne. Descrive una società in cui la violenza è vista come sexy e la sessualità come violenta. Le manifestazioni di una cultura dello stupro includono casi di violenza sessuale che vanno dai commenti sessuali al tocco sessuale allo stupro, nonché l'approvazione di tale violenza contro le donne e la sua presentazione come normale. Il termine può anche essere usato in relazione a determinati gruppi o ambienti, come lo stupro di guerra o lo stupro in prigione. (Fonte: EIGE

(2) Puoi trovare An Untamed State, di Roxane Gay, in lingua Inglese su IBS. Clicca qui per vedere il libro.

Indietro
Indietro

Cura di sé per le libere professioniste

Avanti
Avanti

Cura di sé nel contesto lavorativo